Lettere d’Artista: Frida Kahlo a José Bartoli

«Ho avuto due gravi incidenti nella mia vita. Il primo fu quando un tram mi mise al tappeto, l’altro fu Diego»

-Frida Kahlo

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Frida Kahlo è stata tra le più influenti donne nel mondo dell’arte nel Novecento. La sua arte è spesso stata accostata al surrealismo, ma il naïf  delle sue opere e i soggetti affini all’arte del centro America rendono il suo stile non assimilabile a uno specifico ambito. La Kahlo, per tutta la vita, ha fatto i conti con i postumi di un’incidente che la immobilizzò nel letto a lungo.

Innamorata del più anziano Diego Rivera ebbe numerose relazioni, con uomini e donne, e delusioni per i comportamenti del marito, stettero anche separati per qualche anno prima di tornare assieme definitivamente. Ottima scrittrice, oltre che pittrice, ha scritto numerose lettere ai suoi amanti. Di una sua lettera a Rivera avevamo già scritto in precedenza, La mia notte, oggi parleremo della sua epistole all’amante José Bartoli, pittore spagnolo rifugiato a New York.

 

 

«Voglio darti i colori più belli, voglio baciarti…Voglio che i nostri mondi da sogno siano uno solo.

Vorrei vedere dai tuoi occhi, sentire dalle tue orecchie, sentire con la tua pelle, baciare con la tua bocca. Per vederti dal di sotto, vorrei essere la tua ombra nata dalla suola del tuo piede, che si estende lungo il terreno su cui cammini…

Voglio essere l’acqua che ti lava, la luce che ti dà forma, vorrei che la mia sostanza fosse la tua sostanza, che la tua voce uscisse dalla mia gola così che tu mi accarezzassi da dentro…

Nel tuo desiderio e nella tua lotta rivoluzionaria per una vita migliore per tutti, voglio accompagnarti e aiutarti, amarti e nella tua risata trovare la mia gioia. Se a volte soffri, voglio riempirti di tenerezza così che tu ti senta meglio.

Quando hai bisogno di me, mi troverai sempre vicino a te. Sempre aspettandoti. E vorrei essere leggera e soffusa quando vuoi restare solo»

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